Seconda traccia del cd “Asincrono“.
Videoclip sul palco, dal Teatro di Sulmona.
STORIA del BRANO:
E’ del 24 febbraio 2006. Sentii in radio un politico che affermava, argomentando, che “la mafia non esiste“.
Ho accumulato negli anni una sorta di estrema rabbia-fastidio nei confronti delle persone (non parlo dei soliti “potenti”, no: parlo ora di comuni cittadini!) che nei discorsi, in casa o al bar, scimmiottano (e difendono) le stronzate dei politici che votano e persino di intoccabili tycoon che stanno distruggendo il mondo. Lo trovo inammissibile. E’ inaccettabile l’inesistenza di un costante pungolo critico, in chi vota o ha delegato qualcuno a rappresentarlo. C’è gente, ai bar, che parla come un portaborse del Tal Leader di ’Sta Ceppa, e spesso (ho notato) senza poi neanche per le solite venali motivazioni (tipo aver ricevuto qualcosa da nessuno): no, spesso lo fanno solo per aggrapparsi a qualcosa che li faccia sentire vivi, a un’idea che… non esiste (autocit.).
O semplicemente non esiste… più.
Ammetto che, al contrario, ci può essere del qualunquismo anche in chi, invece, al bar “critica e basta” (piove governo ladro) e vede il marcio ovunque, senza informarsi granché ma sparando nel mucchio, così, per sport (“tutti sono uguali, tutti rubano nella stessa maniera“, cit.). L’esperienza però mi ha insegnato che, spesso, la realtà di chi manovra i fili del potere è ben peggio degli ingenui discorsi da bar, che ormai paiono pensieri da educande.
La rabbia sarcastica di questo brano (che nelle mie intenzioni doveva avere un tiro rockeggiante) deriva dal mio bisogno di tenere il cervello sempre acceso e le coscienze perennemente vigili, in un mondo capovolto in cui la verità è diventata un optional e la gente (anche quella più intelligente) appare ipnotizzata e cloroformizzata. Felice d’aver coinvolto la voce graffiata di Francesco Spaggiari nella registrazione dell’incalzante special finale.