12 Aprile 2013 | |
21:00 | |
CASTRIGNANO dei GRECI (Le), "Il Brillo parlante" | |
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Luciano Revi e “Il Brillo Parlante”
presentano
CONCERTO SPECIALE
per i 40 anni
Luigi Mariano:
voce, chitarra e armonica
Note:
tra il pubblico Andrea Baccassino con Francesca; mio cugino Francesco con Adelfia; Maria Luisa Devicienti e Mario Spalluto; Marcello Centonze; Mauro Bortone; davanti a me Enrica De Iaco (che mi ha intervistato) con la sorella; i miei cognati Sandra e Toni; Raffaella Fiorini di Collemeto.
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Scaletta
CANZONI ALL’ANGOLO
A MILLE MIGLIA DA QUI
LA VERITA’
ASINCRONO
SE NE VANNO
UNA NUOVA LIBERTA’
SOLO SU UN’ISOLA DESERTA
IL RAGAZZINO DELLA CASA ROSA
LA STELLA DI JOHNNY
SALGO SU
IL NEGAZIONISTA
EDOARDO
CANZONE DI ROTTURA
PERCORSO LOGICO
RAI LIBERA!
QUANTE VOLTE TI AVREI
QUESTO TEMPO CHE HO
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Gli auguri di sei persone speciali per i miei 40 anni
Il giorno dei miei 40 anni ho ricevuto infinite dimostrazioni d’affetto e regali assurdi da parte di centinaia di amici carissimi, di conoscenti e di persone care: via SMS, via telefono, per iscritto.
Una giornata intensa e indimenticabile, senza respiro: dall’inizio alla fine.
In serata ho fatto un concerto per pochi intimi (tra amici e parenti), attentissimi e affettuosi, a Castrignano dei Greci.
Mai avrei immaginato la sorpresona finale, appena finito il concerto: mi si avvicina Andrea Baccassino, con un grande cartoncino colorato, prende il microfono e inizia a leggermi, direttamente dall’esteso cartoncino, questi sei pensieri di sei amici e persone che io stimo oltremodo e a cui (per diversi motivi) sono legato: non solo per il loro (risaputo e indiscusso) valore professionale, ma soprattutto umano.
Pensieri e immagini che mi stordiscono di emozione, mal celata da un imbarazzo palpabile e commosso.
Ho ben presto capito che l’artefice di tutto era stata Silvia, che poi ho subito abbracciato e a cui va il mio grazie amorevole. Rinnovo il mio grazie ancora agli “autori” di queste parole vere e palpitanti, che (era inevitabile) mi sono subito incorniciato in camera da letto, assieme ai diplomi, ai premi, alle foto e ai ricordi più cari che ho.
Caro Luis,
non farti abbagliare dai numeri e dalle candeline sulla torta. Sei sempre il bambino che cantava a squarciagola sul sedile posteriore della macchina di papà e che tentava di spiarne lo sguardo nello specchietto retrovisore, per scoprirne la fierezza, temendone la severità del giudizio. Sapevi già che non ha senso cantare in solitudine: non lo facciamo per noi stessi, ma per essere ascoltati. E ascoltarti è sempre stato un piacere e un privilegio, perché ogni tua canzone è come la silhouette di un’anima mostrata in controluce. Non tutti i musicisti sanno mettersi a nudo come te, offrendo verità, sensatezza, poesia, talento. Dicono che la musica sia una specie di malattia: sì, è una febbre, ma di quelle che purifica e cura, e ci fa sentire sani lungo il complicato viaggio della vita. E se ora, a quarant’anni, pensi di fare l’autostop, sai che c’è una macchina che non smette di seguirti. Dentro ci sono un bambino che canta e un papà che sorride. Auguri, fratello mio.
STEFANO MANNUCCI
Ho approcciato il primo CD di Luigi, la prima volta, con diffidenza titanica. Mi sembrava l’ennesimo cantautore fuori tempo massimo. E ho detestato lo “strillo” in copertina con la citazione di una (bella) recensione di un giornalista (peraltro bravo: Mannucci, mi pare). Poi l’ho ascoltato. E riascoltato. “Cazzo“, ho pensato (io penso sempre in maniera un po’ volgare): “questo qua è bravo“. Mi colpirono, in particolare (ma non solo), “Edoardo” e “Il singhiozzo”. Il mondo di Mariano è molto asincrono. Per certi versi anacronistico, ma in una chiave romantica e lirica. Se fosse nato nei Cinquanta, o addirittura nei Quaranta, avrebbe agitato una scuola salentina non meno dei corrispettivi genovesi, bolognesi, romani, milanesi.
Luigi è musicalmente derivativo, ma lo sono tutti: lui, semplicemente, lo dichiara più di altri.
E ha scelto i maestri migliori (e al tempo stesso i più difficili).
Mi piace la sua voce, mi piace la sua scrittura. Mi piacciono le sue traduzioni di Bruce. Queste ultime le ho scoperte più o meno privatamente, quando l’ho conosciuto e frequentato. Cene, concerti, incontri, condivisioni. Ricordi di istantanee rare e preziose. Ascoltandolo, Luigi sembra un amico fragile. Conoscendolo, lo è.
Auguri, fratello.
ANDREA SCANZI
Da Ernesto a Luigi, l’augurio che i quaranta siano il primo vero trampolino d’un successo di massa che, se anche non dovesse arrivare, resterà una cosa vera e forte per chi, come Bax, se ne intende da (altrettanti) quarant’anni.
ERNESTO BASSIGNANO
Quando ho festeggiato i miei 40 anni, ho fatto una festa vicino Roma, in un agriturismo, dove ho ospitato i miei parenti ed amici francesi venuti apposta. Non tante persone, una ventina scarsa, ma sicuramente i più cari. Si sono mischiati con i nuovi amici italiani e mi ricordo una bella armonia. I maschi erano a sufficienza per organizzare una partita di calcetto, Francia-Italia, con tanto di magliette ufficiali.
I miei amici francesi contro i miei amici italiani! Bello! La Francia ha perso…
La sera si è esibito un gruppo di amici che suonava latin jazz ed io feci un paio di brani con loro. Ecco quello che mi ricordo dei miei 40 anni. Circondato da amici cari, con sani sforzi fisici, del buon cibo e vino e della musica dal vivo.
Io ti auguro di trascorrere questo momento nel migliore dei modi. Quello che hai voluto tu. Sicuramente suonerai la piccola scaletta che ti sarai accuratamente scelto, pensando sia ai brani giusti per questa occasione che alle parole per introdurli e godrai del momento, perché sei di quelli che sanno gustare l’attimo, pur lasciando poco all’improvvisazione. Non perché ti fa paura, ma perché provi piacere tanto nel preparare che nel fare. Almeno così ti immagino, fratello d’anima.
Auguri amico. Divertiti e falli divertire.
PIERRE RUIZ
Luigi amico mio…
quello che non ti auguro è di diventare esageratamente ricco.
Non ti auguro nemmeno troppo successo, né sontuosi riconoscimenti dalla gente che “conta”.
Non ti auguro palchi fasulli, né strette di mani ambigue e ipocrite.
E’ tutta roba che alla lunga fa male.
Ti auguro invece che la musica ti accompagni sempre, come ha fatto finora, e che tu possa vivere di essa perché essa vive in te. Ti auguro i sorrisi della gente autentica e sincera, come naturale riflesso ai tuoi sorrisi, alla tua autenticità, alla tua sincerità. Tutto ciò non potrà che fare bene e, alla lunga, quando arriverai a cent’anni, ti potrà far dire soddisfatto che ne è valsa davvero la pena.
Un abbraccio dal tuo amico “bonaccio”, ti voglio bene…
Tanti auguri per i tuoi primi 40 anni.
MINO DE SANTIS
Finché ci saranno in Italia cantautori come Luigi, allora vorrà dire che un altro modo di sentire la poesia in musica non è morto. Auguri di cuore per i tuoi 40 anni, Luigi!
La vita è appena iniziata e mi aspetto tanto da te.
Un abbraccio.
PIPPO POLLINA