17 Luglio 2011 | |
20:00 | |
CURTATONE di MONTANARA (Mn), "Il Boschetto" |
Curtatone di Montanara (Mn), “Il Boschetto”
17 luglio 2011
“FESTIVAL MUSICALE ANALCOLICO”
presenta
Luigi Mariano:
voce, chitarra, piano, armonica
altri artisti della serata:
– Fabrizio Frabetti
– Pippo Pollina
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LE MIE IMPRESSIONI:
Le finalità del “Festival musicale analcolico”, ideato da Alessandro Sbarbada, sono encomiabili e sensibilizzare la gente contro la guida in stato di ebbrezza è intenzione meritoria, da non trascurare mai. Io, nel 2008, ci ho perso un cugino di 18 anni, salito sulla macchina sbagliata.
Sono arrivato sul palco quasi pochi minuti prima di cominciare, con un lungo viaggio alle spalle di 500 km e grossi problemi con una ruota. Ho dato tutto quello che avevo per quasi un’ora. Il mio set (prima del concerto di Fabrizio Frabetti e dell’amico Pippo Pòllina) è iniziato con il terremoto (lieve impercettibile scossa nel mantovano), proprio mentre attaccavo a cantare “Il giorno no”. Ed è terminato con la pioggerella di “RAI libera!”.
Ho anche suonato molte canzoni mai incise, come “Percorso logico”, “L’untore” o “La stella di Johnny”.
Ho suonato “Edoardo” sul pianoforte di Pippo, stimolando forse in lui le parole meravigliose a me dedicate tre mesi dopo, che ho poi conservato gelosamente nel cuore tra i regali più belli e che lascio qui sotto.
Eccole.
LUIGI MARIANO: IL CORAGGIO E LA SPIGA DI GRANO
“Non lo conosco bene bene, Luigi. Ma l’ho visto suonare e cantare. E questo mi basta. Ché l’animale che mi abita è stolto e non cogita più di tanto, ma di annusare l’aria è avvezzo, preso com’è di nascondere l’adunco del suo naso aquilino.
Prende la chitarra, Luigi, la impugna come fosse una spada e con essa fende il cielo che ci separa da lui.
E mentre canta non ti guarda negli occhi. Lui sa che le parole sono tutto e si attorcigliano sulle note per arrivare da te, dovunque tu sia.
Luigi ha coraggio. O forse è incosciente. Che di questi tempi vuol dire: “Corri amico mio, non ti fermare. Ché insieme a te galoppano i sogni dei tanti viandanti della vita, che non aspettano altro che vederti raccogliere il sasso mancante in quella che si credeva potesse essere l’ultima spiaggia”.
E morde i tasti del pianoforte, Luigi, quello strumento che si lascia invaghire dall’infinita malinconia che le sue dita trasportano sul suo grembo. E racconta di storie fallite, di storie immaginate… di tutto quello che pensiamo vedendo svalangare, giorno per giorno, sempre, questo Paese in declino.
E non ha paura, Luigi, di mostrare il suo cuore, di replicare come la feribilità sia una forza e che nessuno può tradire il suo essere profondamente umano, troppo umano.
Ché solo chi si nasconde ha perso. Laddove la sconfitta è la “non avvenuta comprensione del nostro essere qui, adesso“, fra gli ultimi alberi della vita.
E come il gambero di un grande scrittore per ragazzi, Luigi sceglie la strada impervia.
Ascolta le radici del suo grande intimo e attraversa il mondo sfidando le sue regole.
Qualunque fortuna lo aspetti dietro l’angolo dei mesi o degli anni conservo quel CD amatoriale dei suoi primi brani impressi in digitale. E una sua foto sorridente, dove il sole del Salento richiama la lontananza che alberga in ciascuno di noi. Assetati di vita, ad ogni angolo del cerchio.
Le nuove canzoni aspettano Luigi.
Grondano già dalla sua penna e macchiano il rigo dei contrabbassi.
Noi le aspettiamo con curiosità, ma soprattutto con gioia”.
Pippo Pòllina
4 ottobre 2011