Descrizione
A distanza di sei anni dal precedente lavoro in studio, il cantautore salentino (romano d’adozione), torna sulla scena musicale con un album più compatto, ancora più personale e autentico, di estrema forza e maturità, edito dall’etichetta discografica Esordisco di Pierre Ruiz, produttore esecutivo del progetto.
Dopo i primi due dischi amatoriali (1998 e 2002) e soprattutto dopo il fortunato (e pluri-premiato) esordio ufficiale con “Asincrono” (2010), molto apprezzato da critica e pubblico, Luigi Mariano ha riversato tutto se stesso in queste undici intense tracce, tirando fuori soprattutto l’energia segreta della sua anima più rock. La rabbia, la disillusione amara, il sarcasmo o l’autoironia dei brani più ritmici e movimentati fanno da solida cornice musicale “reattiva” ad emozioni più morbide e struggenti, che trovano sfogo in ballate malinconiche e nostalgiche, autentiche gemme senza tempo, che toccano il cuore e restano dentro a lungo.
L’album è dedicato simbolicamente al padre (scomparso nel 2014), rievocato in copertina dalle pedane di legno (pallet) con cui ha lavorato per una vita e che rappresentano per Luigi le radici da cui partire, da colorare con la propria musica.
La produzione artistica e gli arrangiamenti dell’album, così come per il disco precedente, sono stati affidati al gusto equilibrato e internazionale di Alberto Lombardi, la cui fusione perfetta col sapore più italiano della scrittura di Luigi genera inattese alchimie, rendendo il disco vitale, accattivante nei suoni e nelle atmosfere.
Tre brani della tracklist godono anche del fascino di un delizioso quartetto d’archi, arrangiato e diretto al “Mad Entertainment Studio recording” di Napoli dalla sensibilità di Antonio Fresa (autore delle colonne sonore de “L’Arte della felicità” e “Gatta Cenerentola” di Alessandro Rak).
La presenza degli ospiti che duettano con Luigi non è casuale ma conseguenza di empatie umane fortissime, prima ancora che artistiche.
La vecchia amicizia con Simone Cristicchi (nata sui palchi dei locali romani nel 2003) trova la sua giusta espressione in “FA BENE FA MALE”, brano trascinante e dirompente, che rivendica l’importanza del dubbio e dell’integrità di pensiero, rispetto al bombardamento capzioso di informazioni e pareri ricevuti ogni giorno dai media o anche da semplici cittadini che ci tirano per la giacchetta, trascinandoci spesso in pericolosi radicalismi ideologici, estremismi e fanatismi. Il videoclip del brano, coi pupazzetti di pongo, ha subito un grande successo, finisce (per un po’ anche in homepage) su “Repubblica.it” ed è trasmesso sia sul TG3 Puglia e sia durante l’intervista a RAInews24 del 5 luglio 2016.
La sensazione di un mondo che tende ad umiliare (lasciando spesso a bocca asciutta) chiunque ci metta cuore, preparazione e studio si manifesta nel rock di “ALLA FINE DEL CHECK”, assieme alla cantautrice Nina Monti, che indirettamente regala (nei suoi cori) anche la voce di protesta, dolente ma decisa, delle donne.
Il duetto divertente de “L’OTTIMISTA TRISTE” con l’amico Mino De Santis (coautore del pezzo e vera icona popolare e poetica dell’intero Salento) riporta Luigi alle proprie radici del sud, alle espressioni dialettali più di pancia, all’autoironia scanzonata: veri balsami per superare molte difficoltà del quotidiano.
Il clarinetto, il sax soprano, la tromba e il flauto di un altro ospite, ossia del maestro Pericle Odierna (Nino Buonocore, Joe Barbieri, Enzo Avitabile, Simone Cristicchi), talentuoso compositore di colonne sonore per il cinema, il teatro e la TV, arricchiscono gli arrangiamenti di tocchi di sopraffina classe musicale, donando al disco impennate di qualità e magia.
Infine la voce di Neri Marcorè, presente nella nostalgica titletrack “CANZONI ALL’ANGOLO” e legato a Luigi da molteplici passioni comuni, sembra anche tirare le fila di un disco che rivela un occhio di simpatia verso chi non vive l’esuberanza egocentrica del successo (sia esso artistico o meno), restando relegato agli angoli della vita, dove però riesce comunque a trovare dignità e una propria quadratura del cerchio.
Tra i brani dell’album anche “COME ORBITE CHE CAMBIANO”, un pezzo intenso e raffinato sulla fine del grande amore tra l’astrofisico Stephen Hawking e la sua prima moglie Jane; nonché una sorprendente cover di “THE GHOST OF TOM JOAD” di Bruce Springsteen, dedicata agli ultimi del mondo. Luigi canta Springsteen in italiano, scegliendo questo gioiello tra la quarantina di canzoni dell’artista statunitense che nel tempo ha adattato: un corposo e accurato lavoro di divulgazione poetica, iniziato nel lontano 2003.
In studio, oltre che le inconfondibili chitarre elettriche, acustiche e classiche di Alberto Lombardi, hanno prestato il loro grande talento professionisti impeccabili come Alessandro Valle (da dieci anni in tour con De Gregori) alla pedal steel guitar, mandolino e dobro; Primiano Di Biase (Dire Straits Legacy, Edoardo De Angelis, Neri Marcorè) alla fisarmonica, hammond e pianoforte; Marco Rovinelli (Samuele Bersani) alla batteria; Pierpaolo Ranieri (Paola Turci, Massimo Ranieri) al basso e contrabbasso elettrico; Mario Gentili (Fiorella Mannoia) al violino e alla viola.
L’album è stato registrato, mixato e masterizzato da Alberto Lombardi al “Belair Studio” di Albano Laziale ed è distribuito da Audioglobe.
CREDITS
Testi e musiche: Luigi Mariano (tranne ¹L’ottimista triste e ²Il fantasma di Tom Joad)
Produzione esecutiva: Pierre Ruiz
Produzione artistica e arrangiamenti: Alberto Lombardi
¹ testo M. De Santis/musica L. Mariano
² ©Bruce Springsteen 1995 (adattamento in italiano di Luigi Mariano del brano “The ghost of Tom Joad”)
Luigi Mariano: voce, pianoforte (2), rhodes (2), armonica (9), cori
Alberto Lombardi: chitarre (acustiche, classiche, elettriche), rhodes (2; 9; 10), programmazioni, percussioni, fischio, cori
Marco Rovinelli: batteria
Pierpaolo Ranieri: basso e contrabbasso elettrico
Primiano Di Biase: fisarmonica (5; 6; 7), rhodes (5; 6; 9), hammond (1; 2; 4; 5; 6; 7), pianoforte (2; 7; 8; 10)
Antonio Fresa: pianoforte in “Come orbite che cambiano” e “L’ora di andar via”
Alessandro Valle: pedal steel guitar (1; 7; 9), mandolino (6), dobro (5)
Mario Gentili: violino e viola in “Canzoni all’angolo” e “L’ottimista triste”
Simone “Federicuccio” Talone: timbales in “L’ottimista triste”
quartetto d’archi, sotto la direzione di Antonio Fresa
Salvatore Lombardo: I violino
Domenico Mancino: II violino
Giuseppe Navelli: viola
Aurelio Bertucci: violoncello
Con la partecipazione amichevole di:
Neri Marcorè: voce in “Canzoni all’angolo” e seconda voce ne “Il fantasma di Tom Joad”
Simone Cristicchi: voce e invettiva “remottiana” in “Fa bene fa male”
Mino De Santis: voce in “L’ottimista triste”
Nina Monti: seconda voce e cori in “Alla fine del check” e “Fa bene fa male”
Pericle Odierna: tromba in “Come orbite che cambiano”, sax soprano in “Quello che non serve più”, clarinetto in “L’ottimista triste”, flauto in “Canzoni all’angolo”
Promotional video
Testi
MILLE BOMBE ATOMICHE
Ho dentro mille bombe atomiche
sepolte nell’oscurità
sotto foreste di conifere
l’inverno le custodirà
Io mi trasformerò in un missile
sparato sopra le città
ci son dolori da distruggere
con ogni arma che si ha
Dov’è l’errore nel tuo passato?
Cos’è che uccide come un peccato?
Ho dentro mille bombe atomiche
e so che me le porterò
in questo viaggio incomprensibile
che si ripete identico.
La strada sputa pioggia e grandine
a piedi nudi avanzerò
ma sto correndo proprio al limite
rischiando tutto quel che ho
Dov’è l’errore nel tuo passato?
Cos’è che uccide come un peccato?
Lanci un’occhiata nello specchio
e pensi che l’uomo
che c’è dall’altra parte
non sei te
ché con le bombe una ferita
non la puoi richiudere:
capisci che è inutile
Avevo mille bombe atomiche
ma un giorno le disinnescai
perché è banale farle esplodere
per ripudiare ciò che sei.
Qual è la colpa
che ci ha sporcato?
Perché quest’acqua
non ci ha salvato?
Dov’è l’errore nel tuo passato?
Cos’è che uccide come un peccato,
come mille bombe atomiche?
Galatone, 3 aprile 2014
Testo e musica: Luigi Mariano
live acustica in trio al Teatro Comunale di Galatone (30-4-17)
FA BENE FA MALE
La dieta vegana o la carne alla griglia
l’annosa questione del vino e la birra
chi onora il “digiuno ogni tanto” non sbaglia
ma un passo più in là ed è già sottoterra
E il burro ti ingrassa, la verza ti sciupa
il porno ti acceca, il mirtillo ti aiuta
se il fritto non vede il cuore non duole
fumarti un po’ d’erba ti cura o ti uccide?
Non è per il gusto di entrare in contrasto
ma cerco da solo il mio spazio vitale
in questa babele di voci io resto
col dubbio di Amleto: “Fa bene o fa male?”
Mangiare ansiolitici come polpette
su Radio Maria seguirsi le messe
beccare su Facebook le frasi bigotte
deprimersi al coro di tutte le masse
La rabbia che schiumi ti sveglia o corrode?
La bieca ignoranza ti ammoscia o ti scuote?
E il sole ti nutre oppure consuma?
Trovarsi di giorno a cercare la luna!
Non è per il gusto di entrare in contrasto
ma inseguo soltanto il mio spazio ideale
in questa barbarie di voci resisto
col dubbio di Amleto: “Fa bene o fa male?”
Ogni equilibrio elementare
di colpo si ribalterà
per dare un senso anche al dolore
e a quello che ci insegnerà
La stampa, il Vaticano, i cinepanettoni
Maria De Filippi, “Chi l’ha visto?”,
il Festival di Sanremo, la porchetta,
i cinesi, you porn
i vaccini, Peppa Pig, l’Europa unita!
Il calciomercato, Mc Donald’s, Checco Zalone
fare un disco, fare a botte, fare i modesti
le start up, andare in Germania,
andare a mignotte, i Teletubbies, Carlo Conti,
la civiltà del progresso!
In questa babele di voci ho capito
che qualsiasi cosa fa bene e fa male
Galatone, 7 novembre 2015
Testo e musica: Luigi Mariano
ospite: Simone Cristicchi
cori di Nina Monti
videoclip in stopmotion
COME ORBITE CHE CAMBIANO
Mettimi gli occhiali
leggimi i giornali
come tanto tempo fa
L’universo intero
è dentro al buco nero
che ad un tratto ci inghiottì
Siamo stelle spente
corpi in mezzo al niente
in orbite che cambiano
e lente si allontanano
Prendo la rincorsa e mi alzerò
nello spazio cosmico
tra galassie irraggiungibili
Porto il fuoco che ci maledì
quando il cielo si riempì
di pianeti che non brillano
Mentre mi fai bere
provo a ricostruire
quando tutto cominciò
L’universo cela
un’equazione sola
che non spiegherà l’amore
Schegge siderali
gravitazionali
pesi che ci schiacciano
e un giorno ci trasformano
Prendo la rincorsa e mi alzerò
nello spazio cosmico
tra i pensieri che ti uccidono
Lascio il fuoco che ci maledì
quando il cielo si riempì
di comete che non tornano più
Risalendo la via Lattea
trovi ancora luci accese
che parlano di noi.
Porto il fuoco che ci maledì
quando il cielo si riempì
di pianeti che non brillano
Mettimi gli occhiali
portami i giornali
come tanto tempo fa
Galatone, 6 febbraio 2015
Testo e musica: Luigi Mariano
A Jane e Stephen Hawking
live al Cineteatro di Carmiano (1-7-17)
SCAMBIO DI PERSONA
E’ una notte di sirene imbizzarrite
e luci blu sulle macchine
le mie idee son state
prese e poi accusate
di un misfatto terribile
Camminavano composte rispettando
tutte le segnaletiche
ma ben presto
le hanno viste scorrazzare
senza freno né limite
E son finito in manette anch’io
come mandante del crimine
ma lo rinnegherò
Commissario qui c’è stato
uno scambio, uno scambio di persona!
Le assicuro che c’è stato
uno scambio, uno scambio di persona
Sono stato convincente
il commissario ha detto:
“Ora sei libero”.
Ripudiai tutte le idee in cui credevo
uscendo fuori da subito
A quel punto, senza idee,
non mi restava
che buttarmi in politica
mi hanno eletto Presidente
senza un filo di vergogna nell’anima
Ma adesso è stanco anche il popolo
e in piazza ormai mi lapiderà
non me la scamperò
Cittadini ed elettori qui c’è stato
uno scambio di persona!!
Non volevo far sul serio, io scherzavo!
C’è uno scambio di persona!
Vi scongiuro state fermi con le mani
è uno scambio di persona!
Ma che fate, cosa sono quei bastoni?!
C’è uno scambio di persona!
Sono rotolato in strada
con due stracci addosso
e pieno di lividi
e rientrando verso casa
sulla soglia ho sentito dei gemiti
Sembra difficile da credere:
c’era mia moglie nuda sul parquet
col commissario!!
E mi gridano sconvolti: “E’ un errore!
c‘è uno scambio di persona!
Non è quello che tu pensi, non lo vedi,
è uno scambio di persona!”
E poi strisciano tremanti e imploranti
mentre punto la pistola
diventiamo dei serpenti ad ogni scambio,
ogni scambio di persona.
Galatone, 30 settembre 2015
Testo e musica: Luigi Mariano
QUELLO CHE NON SERVE PIÙ
Avrò riempito non so quanti metri quadri di soffitta
di carte che non leggo più
e avrò nascosto alla polvere e alla vista
il bene che mi hai fatto tu
Avrò lanciato strani sguardi d’arrogante pregiudizio
salvo presto poi ricredermi
e avrò preteso e reclamato ancora spazio
per i miei presunti meriti
Forse tu mi troverai
senza quello che non serve più
Se c’è un inferno in cui bruciare i nostri demoni
ogni frammento, ogni memoria, ogni tabù
allora toccherà svuotare questi zaini
da tutto quello che oramai non serve più
Avrò cercato di imbrigliare l’aria gelida dei venti
ma mi son perso nell’oceano
e avrò tradito un giorno gli occhi supplicanti
di quelli che mi amavano
Forse tu mi troverai…
Se c’è un inferno in cui bruciare i nostri abiti
ogni travestimento e ipocrita virtù
allora toccherà svuotare questi zaini
da tutto quello che oramai non serve più
Avrò provato a far entrare tutto il mare in un secchiello
finché tutto era possibile
ma poi ho capito che era solo un grande abbaglio
e ho cominciato a vivere.
Mondonuovo, 13 luglio 2014
Testo e musica: Luigi Mariano
L’OTTIMISTA TRISTE
E se a ddha ffore chioe
essu cu l’umbrella¹
E se lei non mi vuole
c’è sempre sua sorella
‘nu pocu² scema, sì
ma altrettanto bella
mi inventerò una “palla”
e la conquisterò
Se nun c’è sordi³ e
mi ritrovo in crisi
essu alla chiazza cu
me fazzu quattru risi⁴
Al bar ci son gli amici
da bere a tutti offro
di certo non ne soffro
poi pago lunedì
Sorrido anche quando
qualcosa mi rattrista
ché a furia di essere ottimista
qualcosa cambierà
E se la sfiga
mi segue ovunque vada
allora cambio strada
così mi perderà
E se al lavoro poi
m’onu licenziatu⁵
E se la cervicale
m’ha paralizzatu
E se ‘stu mese poi
no cocchiu pi’ l’affittu
rimagnu intra lu liettu6
e dormo un po’ di più
E se la machina
me lassa alla via
E se ho bevuto
e me ferma la polizia
Mi fanno l’alcool-test
so’ puru recidivu
e il risultato è ovvio:
so’ sempre positivu
E ci mi ene
cu mme ccìu te chianti⁷
imploro tutti i santi:
qualcuno ascolterà
Non sono religioso
ma ogni tanto prego
non credo e non rinnego
da perdere non ho
No sacciu ce aggiu dire
comu l’aggiu pigghiare⁸
E che le cose vadano
come devono andare!
E non mi do per vinto
anche se son disperato
perché se sono nato
una ragione ci sarà…
Amici di Equitalia,
la vita è tanto amara
ma c’è chi la prende sul serio
chi può pagare e chi si spara
Io cerco il sole, il mare
e sognerò le Antille
me sparu sì, ma quattru birre:
siate ottimisti pure voi!
¹ E se là fuori piove, esco con l’ombrello
² un po’
³ Se non ci sono soldi
⁴ esco in piazza a farmi quattro risate
⁵ mi hanno licenziato
6 non ho soldi per l’affitto, resto a letto
⁷ E se mi vien da piangere a dirotto
⁸ Non so che dire o come la devo prendere
Galatone, 2 dicembre 2015
Testo: Mino De Santis
Musica: Luigi Mariano
SE NE VANNO
Il lucernario delle stelle è un gioiello
che costa più di quel che ho
tra una storia che tira le cuoia
e una notte che invoglia
partirò
Odori acri di campagna nell’aria
dal Pozzo dei Sogni berrò
superando incertezze e domande
mi fingerò grande
crescerò
Se ne vanno
i miei passi da te
e i contorni ormai sfumano già
mentre cambio ancora un’altra città
Se ne vanno
e mi lasciano qui
inchiodato a uno schermo
senza più immagini
E piombano strani fantasmi, la notte
le ombre mi confondono
e squarciano crepe nel tempo
e per questo tormento
canterò
Se ne vanno
i tuoi occhi da me
e il tuo viso è sfocato laggiù
sento forte non tornerà più
Se ne vanno
e mi lasciano qui
inchiodato a uno schermo
senza più immagini
Ancora un attimo per ricordar
ancora un attimo per sospirar
ancor un brivido da consumar
passerà, passerà…
Se ne vanno
e mi lasciano qui
inchiodato a uno schermo
senza più immagini
io davanti a uno schermo
con tutte le immagini
Mondonuovo, 13 settembre 2011
Testo e musica: Luigi Mariano
ALLA FINE DEL CHECK
Il ragazzo è smanioso di scoperte
ma è salito su un treno che non parte
Una donna è sicura di volere un figlio
non lo fa perché non può dargli il meglio
Libri letti solo a metà
sul tavolo
E gira voce che tarderà
l’inizio di questo show
Luci, palco, testi, musiche
provi e provi senza smettere
ma stasera il pubblico non c’è
siamo ancora qui ad attendere
alla fine del check
Lo studente che spera in un bel voto
resta al banco, non verrà mai chiamato
La ragazza ha tremato per un bacio
quando si è innamorata lui è sparito
Vetri rotti per ogni età
e tagliano
Pare certo che pioverà
e salterà lo show
Luci, palco, testi, musiche
tutto sembra pronto come te
guardi fuori e il pubblico non c’è
siamo ancora qui ad attendere
alla fine del check
C’è un groviglio di anime
di lenzuola gelide
che si mangia il sogno dalle viscere
Ma il pensiero è agile
viaggia a vette altissime
e raggiunge il volo della rondine
e poi precipita
Siamo ancora qui ad attendere
alla fine del check
Galatone, 7 ottobre 2015
Testo e musica: Luigi Mariano
cori: Nina Monti
IL FANTASMA DI TOM JOAD
Uomini a piedi lungo la ferrovia
senza una meta se ne vanno via
mentre spunta dai monti un elicottero
sotto il ponte c’è un fuoco che riscalda un po’
Camminano in fila verso il ricovero
il mondo in fondo è così misero
intere famiglie in una macchina
l’idea di una casa è solo utopica
La strada stanotte sembra libera
ma nessuno sa dove ci porterà
resto seduto al fuoco dei falò
e cerco il fantasma di Tom Joad
Il predicatore vuole accendere
mentre fuma in silenzio inizia a leggere
i primi cadranno in pochi attimi
saranno premiati solo gli ultimi
Ma la Terra Promessa si fa attendere
tra illusioni e ferite profondissime
e intanto si dorme in grosse scatole
per cuscini soltanto pietre gelide
La strada stanotte sembra libera
ma nessuno sa dove ci porterà
resto seduto al fuoco dei falò
e aspetto il fantasma di Tom Joad
Ovunque qualcuno trovi crudeltà
ovunque un bambino cerchi umanità
ovunque c’è odio, c’è meschinità
cercami bene perché sarò là
Ovunque si lotti per la libertà
un lavoro decente, un po’ di dignità
ovunque qualcuno pianga i suoi perché
guarda i suoi occhi, mamma, e vedrai me
La strada stanotte sembra libera
ma nessuno sa dove ci porterà
resto seduto al fuoco dei falò
e cerco il fantasma di Tom Joad
adattamento in italiano di Luigi Mariano
di “The ghost of Tom Joad” (© Bruce Springsteen)
Roma, 30 gennaio 2003
CANZONI ALL’ANGOLO
Canzoni all’angolo
di un’anonima cucina
in questo schifo di mattina
che non detta regole…
Non c’è preambolo
anzi: si aprano le danze!
Siamo tutti maestranze
spinti sul proscenio
che spaesati a centro palco
aspettano di ritornar…
Di nuovo all’angolo
come pugili suonati
che non sono mai caduti
però sanno cos’è il gong
Restiamo all’angolo
ché da qui si suona meglio
la visione un po’ a ventaglio
può svelarci la realtà
più di quanto ci mostriamo
noi da qui, dall’angolo
Forse da lontano un uomo
con il cuore di un bambino
tenderà l’orecchio al vento
e in un momento ricorderà
le tue… e le mie…
Canzoni all’angolo
ma io qui mi son già rotto
della nicchia ad ogni costo
per poi darsi un tono chic
Io lascio l’angolo
e mi butto a centro piazza
ma la celebrità mi ammazza
non mi lascia vivere
E mi sembra tutto
un rotocalco inutile
sfogli solo le figure
senza leggere
quasi quasi ci ripenso
e torno qui nell’angolo
Forse da lontano un uomo
con il cuore di un bambino
tenderà l’orecchio al vento
e in un momento ricorderà
tenderà l’orecchio al vento
e in quel momento poi canterà
le tue… e le mie…
canzoni all’angolo
canzoni all’angolo
canzoni all’angolo
Galatone, 3 settembre 2012
testo e musica: Luigi Mariano
ospite: Neri Marcorè
L’ORA DI ANDAR VIA
Nella mia testa poi squillò
come una sveglia troppo carica
la voce che mi richiamò
e un bimbo si fermò:
si rientra a casa
ma tornerà domenica
La scuola e poi l’identità
radici forti che ti legano
ma lascerai la tua città
sul primo treno che
dovrà rincorrere
sempre la felicità
Questa
è l’ora di andar via:
la malinconia
in viaggio svanirà
Questo
è forse il mio destino:
mettersi in cammino
e non tornare più
E lei rimase ferma lì
vestita solo dei miei limiti
forse fu il vento che impazzì
e volle ucciderci
scuotendo gli alberi
e strappando petali
Questa
è l’ora di andar via:
la malinconia
in viaggio svanirà
Questo
è forse il mio destino:
mettersi in cammino
e non tornare più
Il sole rosso salirà
in cielo a splendere
e vedrai che non ci sarà mai più
tempo da attendere
Ora io lascio questa vita
ma il viaggio mio non finirà:
continuerà con te
Questa
è l’ora di andar via:
la malinconia
all’alba svanirà
Questo
è forse il mio destino:
mettersi in cammino
e non tornare più
Galatone, settembre 2012 (musica)
Roma, 5 febbraio 2013 (testo)
Testo e musica di Luigi Mariano